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14/11/17

Osservatorio con Stefano Graziani




Da alcuni giorni presso lo spazio  "Osservatorio della Fondazione Prada" in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano è in corso una bella mostra ideata da Stefano Graziani “Questioning Pictures”, con la cura di Francesco Zanot; in cui la fotografia è vista come strumento di narrazione, catalogazione e reinterpretazione, le opere sono state commissionate dalla fondazione stessa. 



Graziani indaga sistemi di archiviazione e conservazione di musei come il Canadian Centre for Architecture (CCA) di Montreal, il John Soane’s Museum di Londra, il Kunstmuseum di Basilea, il Museum Insel Hombroich di Neuss, il Museo di Castelvecchio a Verona e la gipsoteca di Antonio Canova a Possagno, concentrandosi sul rapporto ambivalente tra fotografia e oggetto museale. Il fotografo si muove su un territorio ambiguo: da una parte svolge un lavoro di documentazione di materiali diversi come disegni e modelli architettonici, libri, fotografie e dipinti, dall’altra intraprende un percorso di interpretazione attraverso un uso attento delle luci e degli angoli di ripresa e l’inclusione nei suoi scatti di elementi di disturbo. Le sue fotografie non solo rivelano raccolte museali e archivi a cui solitamente il pubblico non ha accesso, ma li riattivano secondo logiche e prospettive del tutto soggettive.



Attraverso un dispositivo allestitivo, concepito dallo studio OFFICE Kersten Geers David Van Severen come un sistema di paraventi colorati e modulabili, disposti sui due livelli dell’Osservatorio, si creano degli accostamenti visivi e semantici inaspettati tra le fotografie e tra gli oggetti rappresentati. Il modello di un edificio di Aldo Rossi è collegato a un disegno di Gordon Matta-Clark, un album fotografico di fine Ottocento su Pompei è accostato a un plastico del Pantheon in mostra al John Soane’s Museum di Londra, un gesso di Antonio Canova conservato a Possagno dialoga con le Tre Grazie di Lucas Cranach esposte al Kunstmuseum di Basilea e ancora una maquette di un progetto utopico di Cedric Price è associato a un prototipo di tavolo disegnato da Mies van der Rohe. Ciò che unisce questo insieme eterogeneo di oggetti e opere d’arte è il pensiero di Graziani, la cui visione li trasforma in nature morte, disorientanti e inattese.