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06/03/18

Trial of fire



...quando sono a dieci metri da te: corri

Genova, 21 luglio 2001  

Sono i giorni del G8, la città è in rivolta, il giorno prima Carlo Giuliani viene ammazzato in Piazza Alimonda ma la gente non ha paura e continua a manifestare. Leo ha 13 anni, non è la sua prima manifestazione, era abituato ad accompagnare il padre durante il 1 maggio, in famiglia la consapevolezza civile è un argomento della quotidianità, agire nella società fa parte delle normali regole domestiche per questo Leo è sicuramente diverso dai suoi coetanei, sa   che   cos’è   un   corteo,   ne   ha   già   fatto   parte   e   sa   come comportarsi. Quel giorno però è diverso, quella manifestazione è diversa, la situazione lo è... e Leo lo sa, gli viene detto: questo sarà   il   tuo   battesimo   del   fuoco.  

 L’opera   di   Leo   Gilardi   è   un ricordo: grazie all’astrazione del digitale entriamo a far parte di   un   momento   vissuto   dall’artista   all’inizio   della   sua adolescenza   che   viene   riportato   a   noi   attraverso   un   esperienza sinestetica. La fotografia si trasforma in scultura, arti di cartasi tendono verso di noi, al di fuori delle proiezioni del video mapping che anima le pareti. Un’unica grande  composizione della memoria dell’artista, espressione di un momento che ha segnato in particolare   la   sua   esistenza   ma   che   è,   allo   stesso   modo,   un tassello della storia e della cronaca del nostro paese. 

Grazie ai giornali e alla televisione, tutti abbiamo informazioni sul G8 di Genova anche se distorte dal particolare occhio mediatico che ce le   ha   raccontate;   Leo   ne   conserva   il   ricordo   dell’esperienza vissuta in prima persona, un momento esistenziale, passo tra la fanciullezza   e   l’adolescenza,   elaborato   nella   sua   mente   che, maturando negli anni, costruisce un monumento virtuale composto dalle   riprese   amatoriali   in   contrapposizione   ai   servizi   dei​ telegiornali.   Il   punto   di   vista   rimane   quello   di   un   bambino colpito   dalle   grandi   mani   dei   manifestanti   sporche   di   vernice bianca e dal sangue sulle teste rotte a manganellate di donne e anziani,   dal   rumore   della   folla   che   scappa   dalla   carica   della Celere e dal suono dei colpi dei proiettili di gomma, dal grande mondo gonfiabile e dalla maschera di maiale che suo padre e il suo amico   usavano   per   manifestare.   

La   carta   è   un   altro   strumento importante in quest’opera, prima come elemento plastico e poi come prima impronta, traccia scritta, racconto del ricordo, ripetuto più   volte   con   parole   diverse,   ma   sempre   cronaca   dello   stesso momento, elaborazione di un fatto, trasposizione della realtà. Ci troviamo   in   un   complesso   virtuale   costruito   dalla   mente   di   un bambino,   dove   le   azioni   vengono   descritte   da   braccia   di   carta fotografica, un teatro mimico fatto dei gesti delle persone, mani che aiutano, mani che supplicano, mani che abbracciano, mani che lottano....

Leo Gilardi ( Torino 1987 ) membro fondatore di A.U.T.  (Associazione Underground Torino), partecipa alla realizzazione  delle T.A.Z. (Temporary Autonomous Zone) ed ai free party, il più  importante nel dicembre 2014 dove per la prima volta vengono  occupati gli spazi dismessi della FIAT. Nel 2016 apre il  Mothership, un polo musicale dal carattere industriale ed è co  fondatore di Studio Ma.Le.! Dal 2014 con Mattia Trevisan, da vita  ad “Habitat” creando installazioni con il materiale di recupero di aziende della plastica in cui vive un piccolo  ecosistema di piante pioniere. Nel 2017 il suo lavoro è stato  presentato al Castello di Rivara Museo d’Arte Contemporanea.


Leo Gilardi - Trial of fire - a cura di Francesca Arri
vernissage 9 marzo 2018 ore 18,30

Esposizione: 10 marzo – 21 aprile 2018

Galleria Moitre 
Via Santa Giulia 37 bis, Torino
Tel. 3381426301
www.galleriamoitre.com 
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