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31/12/18

Tutto "The 1/4 Mile or 2 Furlong Piece" al Lacma




Quasi come se fosse un diario personale fra il 1981 e il 1998 l'artista Robert Rauschenberg  ha realizzato un enorme assemblaggio di immagini che in 17 anni narrano del suo sentire, del suo vivere.

Questa serie di opere si è formato in un ampio arco di tempo ma risulta nel suo particolare stile quasi come un filmato sulla storia.




L'opera, che si intitola "The 1/4 Mile or 2 Furlong Piece",  per la prima volta viene proposto nella sua forma completa presso il Los Angeles County Museum of Art.

A corredo dell'esposizione sono anche proposte opere scultoree. tra cui alcuni Lavori dei noti Combines, assemblaggi di recupero realizzati negli fra gli anni '50 e '60; parte della serie Cardboards, composizioni di scatole degli anni '70; i lavori in metallo fatti negli anni '80 chiamati Gluts.



30/12/18

Walmart acquisisce Art.com



Il mercato dell'arte è sempre appetibile, soprattutto quello online, che macina numeri in crescita. 

Il gruppo Walmart, una delle grandi catene di vendita del mondo, all'inizio di Dicembre è diventato l'azionista di maggioranza della piattaforma per l'arte Art.com 

Come Amazon e tanti altri gruppi questo settore pare aprirsi al grande pubblico soprattutto per la fascia di spesa fra i 200 e 5.000 euro. 

29/12/18

Prossimamente ArteFiera 2019


Il prossimo 1 Febbraio inizia una nuova edizione di ArteFiera, che quest'anno avrà come curatore Simone Menegoi, nominato l'estate scorsa. Poco tempo per poter dare avvio ad un progetto molto complesso ma che si potrà già capire in questa nuova edizione della fiera d'arte più storica d'Italia. 

Curatore indipendente che può sviluppare un interessante progetto che dia spazio alla fiera ma che sappia anche aggiornarla alle nuovo necessità culturali ed artistiche. 

Questa edizione avrà due padiglioni la Main Section e Fotografia e Immagini in Movimento, curata con la piattaforma FANTOM

La fiera di Bologna sarà attenta alle declinazioni nazionali del fare arte, dando spazio allo specifico storico di questa fiera, l'arte moderna italiana, con aperture alle tendenze contemporanee, realizzate coinvolgendo le gallerie nel proporre stand monografici.

Qui trovate la lista delle gallerie selezionate, tanti nomi storici e alcune fresche proposte. 

Saranno proposti in Fiera tre progetti; il primo per esaltare l’arte nel territorio di Bologna e Regione Emilia Romagna, il secondo per vivere l’arte nella sua forma live, il terzo rivolto al ruolo formativo dell’arte per i ragazzi mentre il programma di talk si concentrerà sull’arte in Italia oggi, sui suoi legami con il passato, sulle sue prospettive per il futuro.

Rinnovamento anche per la grafica che strizza l'occhio al passato. 

Vi segnalo sul sito l'interessante la rassegna di riflessioni, che ogni mercoledì viene affidata a un personaggio del mondo dell’arte (critico, curatore, artista, gallerista, collezionista, giornalista…) che ha un legame con Arte Fiera, Bologna e il suo territorio. L’ospite condividerà una segnalazione: una mostra vista o da vedere, un’opera che lo ha colpito, un’istituzione da visitare, un artista da riscoprire.




28/12/18

Prossimamente Ica - Milano




Milano continua a sorprenderci e proporci nuove interessanti proposte. 

La prossima sarà l' ICA che aprirà il 24 Gennaio, si tratterà di un "Istituto per l'Arte Contemporanea", realtà privata dedicata ad una programmazione interdisciplinare, sarà un luogo per dare spazio alle  espressioni della cultura contemporanea
Il centro sarà diretto da Alberto Salvadori e presieduto da Lorenzo Sassoli De Bianchi, attuale presidente della Valsoia, e grande appassionato di arte. 

27/12/18

Incipit




Lo spazio espositivo Chini Museo propone la mostra di Gino Sabatini Odoardi presso le antiche sale di Villa Pecori Giraldi.




L'evento, che durerà fino al 23 Febbraio 2019, propone la recente ricerca dell'artista sullo scorre del tempo.



26/12/18

Franca Ghitti: Altri Alfabeti alle Gallerie d'Italia di Milano

Franca Ghitti, Bosco , primi anni Ottanta

Il composito universo creativo della scultrice Franca Ghitti torna in mostra presso le prestigiose Gallerie d'Italia , museo di Intesa Sanpaolo a Milano, dal 15 gennaio al 17 febbraio 2019 con una personale a lei dedicata dal titolo " Franca Ghitti: Altri Alfabeti. Sculture, installazioni e opere su carta ".

La mostra propone all'interno della Stanza 16 delle Gallerie milanesi un percorso a cura di Cecilia De Carli tutto dedicato all'articolato linguaggio di una delle scultrici più rinomate a livello internazionale, le cui opere arricchiscono importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, i Musei Vaticani e, appunto, le Gallerie d'Italia di Milano. Accanto alle recenti acquisizioni diVicinia. La tavola degli antenati n.1 (1976) e di un Tondo (1980), possiamo ammirare lavori dalle serie Meridiane e Pagine chiodate , oltre allaVicinia di Erbanno (1965) e all'imponente installazione Bosco .

Le opere esposte guidano l'osservatore in un itinerario che include creazioni della Ghitti di diverso periodo, dagli anni Sessanta ai Duemila, raccolte sotto l'emblematico titolo "Altri Alfabeti", con cui l'artista ha voluto indicare un nuovo ciclo di opere, pagine di carte e chiodi, realizzato a partire dall'inizio del nuovo millennio e diventato poi rappresentativo dell'intera sua produzione. E così come da lei stessa scritto: «Con Altri Alfabeti mi riferisco a quell'inventario di segni, tacche, nodi, coppelle che ho voluto portare nella mia scultura, consapevole che essi rappresentano una sorta di lingua specifica quasi alternativa all'alfabeto usata da segantini, fabbri, carpentieri, fucinieri, mugnai, pastori e contadini. Lingua perciò atta a delimitare una civiltà non metropolitana, marginale e insieme a indicare una fascia di corrispondenze intercontinentali».

Questi "alfabeti perduti" - per citare uno dei cicli della scultrice - creano quindi un linguaggio universale, che prende spunto da incisioni rupestri, simboli primitivi, oggetti provenienti da un mondo artigiano fatto di legno e ferro; assi lignee, avanzi di segheria, antiche fucine, chiodi, polveri di fusione, scarti di lavorazione delle industrie metallurgiche vanno a comporre le opere di Franca Ghitti, che narrano del forte legame tra l'uomo e il suo territorio, e tra l'artista e la sua terra d'origine, la Valle Camonica, ma non solo. Vi si leggono, infatti, anche le esperienze maturate durante gli anni della formazione a Brera, poi Parigi e Salisburgo, fino all'Africa centro-orientale, dove prende forma la consapevolezza della scultura «come progetto che ricompagina materie, energie e forze vitali», come si legge nel suo Quaderno di lavoro .

Dalle leggende ai dialetti, dagli utensili ai diversi aspetti del lavoro artigianale: tutto questo confluisce nel lavoro della Ghitti e testimonia una civiltà descrivendola con parole "altre" da quelle contenute nei libri. La scultura include quindi un "archivio del territorio", il linguaggio attraverso cui restituire la memoria di una comunità raccontata da tutti questi materiali di scarto e di recupero, che ricordano progetti di lavorazione e sono tracce di una creazione che si è rinnovata per secoli attraverso quelli che l'artista vede come gesti ripetuti.
Una comunità rappresentata nel suo quotidiano dalle Vicinie (fine anni Sessanta e anni Settanta), sagome appena sbozzate solitarie o a gruppi, sospese tra concretezza e apparizione, strette in reticolati di legno accanto a qualche piccolo oggetto o frammento di materia: un popolo che si stringe attorno ai suoi Lari e Penati e alle madie che custodiscono le poche cose preziose per i rispettivi proprietari; e da un ritmo di stratificazione di impronte, tacche, segni e coppelle di siviera nascono lavori come il Bosco (grandi installazioni realizzate sia in legno che in ferro, anni '80-'90), che restituisce l'idea del confine tracciato con tagli sugli alberi oppure della metodica, geometrica e calcolata lavorazione del legno, come avveniva nella segheria di famiglia. Dagli sfridi del ferro prendono forma le Meridiane (anni Ottanta), le quali, posate a terra, definiscono uno spazio concentrico che rimanda alla fucina e rappresentano l'idea dello scorrere del tempo scandito dalla routine del lavoro, che segue il susseguirsi dei giorni e il variare delle stagioni. Da fogli trafitti da una lunga sequenza di chiodi si generano, invece, le Pagine chiodate (1990-2012), i Libri chiodati (2007-2012) e Valigia di cartone, corda e chiodi (2007), che non sono più solo punteggiatura, ma una ferita da cui restare segnati.

Del passato rimane quindi la traccia presente, che permane nel tempo e testimonia il processo del "fare" manuale. Il tutto in Franca Ghitti viene narrato con un linguaggio essenziale e concreto, legato a linee e forme geometriche, in cui si crea un disegno di mappe, una collezione di segni. Quelli della Ghitti sono dunque non solo "altri alfabeti", ma anche "nuovi alfabeti", che nel suo lavoro si ergono a documentazione, informazione, archiviazione di un territorio che l'artista ci restituisce in un linguaggio insieme archetipico e modernissimo.

Cenni biografici. Franca Ghitti (1932-2012) nasce in Valle Camonica. Frequenta le accademie d'arte di Milano, Parigi e Salisburgo e dagli anni Sessanta si dedica alla scultura specializzandosi nell'utilizzo di materiali quali il legno e il ferro.
Tra le principali mostre nazionali e internazionali si ricordano quelle presso: Museo di Palazzo Braschi (Roma), Istituti Italiani di Cultura (Vienna, Budapest, Monaco), New York University (New York), Palazzo Martinengo ed ex chiesa di San Desiderio (Brescia), OK Harris Gallery (New York), Fondazione Bilbao Bizkaia Kutxa (Bilbao), Young Arts Gallery (Vienna), Fortezza da Basso (Firenze), Museo Diocesano (Milano), University of Houston (Houston), Triennale di Milano, Biennale Internazionale di Scultura (Agliè), Castello di Brescia, Museo della Permanente (Milano), École Nationale Supérieure d'Architecture de Paris La Villette (Parigi), Università Bocconi (Milano), Museo d'Arte Contemporanea Manege (San Pietroburgo).
Numerosi gli interventi dell'artista in spazi pubblici e privati; tra i più significativi spiccano: le vetrate per la Chiesa degli Italiani di Nairobi in Kenya; il cancello per il Museo Agricolo del Castello di Brunnenburg (Merano); le opere in ferro per le sedi della Banca Credito Italiano; l'installazione Il segno dell'acqua sul Lago di Iseo; la grande scultura per la Rocca di San Giorgio a Orzinuovi (Brescia). Importante e non ancora esplorato è il suo lavoro con gli architetti.
Il suo percorso artistico è accompagnato da numerose pubblicazioni, per le quali si ricordano le case editrici Scheiwiller, Lucini editore, Electa, Charta ed Edizioni Mazzotta.
Hanno scritto di lei critici e giornalisti di rilievo quali: Giuseppe Appella, Giulio Carlo Argan, Carlo Bertelli, Paolo Biscottini, Rossana Bossaglia, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Cecilia De Carli, Raffaele De Grada, Marina De Stasio, Sebastiano Grasso, Flaminio Gualdoni, Fausto Lorenzi, Marco Meneguzzo, Anty Pansera, Pietro Petraroia, Elena Pontiggia, Gianfranco Ravasi, Roberto Sanesi, Vanni Scheiwiller, Francesco Tedeschi.

Fondazione Archivio Franca Ghitti . In seguito alla scomparsa dell'artista, nel 2013 nasce la Fondazione Archivio Franca Ghitti volta alla conservazione, catalogazione e valorizzazione del lavoro della scultrice. Presidente della Fondazione è Maria Luisa Ardizzone , professore alla New York University (NY), così come il Comitato Scientifico è composto da personalità illustri del mondo dell'arte: Cecilia De Carli , professore all'Università Cattolica di Milano; Fausto Lorenzi , critico d'arte e giornalista; Marco Meneguzzo , professore dell'Accademia di Belle Arti di Brera; Margaret Morton , artista, fotografa e professore alla Cooper Union di New York; Elena Pontiggia , professore dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

Tra le principali iniziative realizzate dalla Fondazione si ricordano varie pubblicazioni, tra cui la monografia a cura di Elena Pontiggia (Skira, 2016), e le mostre presso: la Biblioteca Sormani di Milano, a cura di Elena Pontiggia; il Museo diocesano di Brescia; il Castello di Sirmione; il Museo di Villa Clerici a Milano; il Museo dell'energia idroelettrica di Valle Camonica; l'Università Cattolica di Milano, a cura di Cecilia De Carli; il Museo d'arte di Mendrisio, a cura di Barbara Paltrenghi Malacrida ed Elena Pontiggia. È in preparazione il catalogo generale dell'artista.

Si ringrazia lo sponsor tecnico Barone Pizzini

Coordinate mostra
Titolo Franca Ghitti: Altri Alfabeti. Sculture, installazioni e opere su carta
A cura di Cecilia De Carli
Sede Gallerie d'Italia, Piazza della Scala 6, Milano
Date 15 gennaio - 17 febbraio 2019
Inaugurazione martedì 15 gennaio, ore 18
Orari da martedì a domenica ore 9.30 - 19.30 | giovedì ore 9.30 - 22.30
Ingresso intero € 10,00 | ridotto € 7,00 | ridotto speciale € 5,00 | gratuito ogni prima domenica del mese

Info pubblico numero verde 800.167619 | info@gallerieditalia.com | www.gallerieditali

25/12/18

Le Natività degli Uffizi a casa tua..




Per le festività natalizie le Gallerie degli Uffizi di Firenze ha ideato nel suo sito un bel progetto espositivo fruibile dal proprio schermo. 



Col titolo 'Oggi è nato per voi un Salvatore' sono state raccolte tre secoli di arte che raffigura le Natività, dal recente restauro del lavoro di Leonardo da Vinci ai capolavori di Gentile da Fabriano fino a Luca Giordano.



Stupende opere visibili con ampi ingrandimenti che rendono quasi reale la visita, accompagnati da testi e informazioni storiche. 


     

23/12/18

Van Gogh al cinema



Fra pochi giorni, il 3 Gennaio, arriva sugli schermi italiani l'ultimo film di Julian Schnabel, che dopo il successo del film Basquiat, torna sul tema dell'artista maledetto con Vincent Van Gogh. 




Interpretato da Willem Dafoe, racconta del fare artistico e della difficile amicizia col l'artista Gauguin vissute nelle intense giornate nel sud della Francia, sotto il caldo sole della Provenza.  Un film che ha riscosso un buon giudizio dalla critica e molto atteso da un vasto pubblico, eccovi il trailer 



22/12/18

Lizzie Fitch e Ryan Trecartin alla Fondazione Prada


Production shot of set from work in progress Foto Fitch Trecartin Studio

Il nuovo anno sta arrivando e la Fondazione Prada sta già alacremente lavorando per un nuovo interessante progetto espositivo 

Si tratta di un lavoro concepito da Lizzie Fitch (USA, 1981) e Ryan Trecartin (USA, 1981) dal 6 aprile ad agosto 2019 nella sede di Milano. 

Commissionata dalla Fondazione Prada, l’installazione multimediale di grandi dimensioni realizzata da Fitch e Trecartin rappresenta il primo risultato di un processo creativo, intrapreso dalla fine del 2016, attraverso il quale i due artisti indagano il concetto di “nuova” terra promessa e l’instabilità intrinseca all’appropriazione territoriale.
Partendo dall’idealizzazione della condizione rurale, mutuata dalle ideologie del “ritorno alla terra”, il progetto racconta sia un ritorno che una fuga. Dopo aver trasferito per questo lavoro le attività del proprio studio nella campagna dell’Ohio, Fitch e Trecartin hanno concepito la struttura di un nuovo film come una mappa “stregata”: un luogo dotato di una propria volontà e una costellazione di costruzioni permanenti che includono un vasto edificio rurale, un fiume artificiale definito “lazy river” e una torre di guardia in mezzo a un bosco, occupati da un cast di personaggi che sono allo stesso tempo soggetti attivi e passivi della mappa. Gli artisti modificano questi spazi attraverso dislocazioni di tempo e memoria per esplorare le nozioni di frontiera e limite esistenziale, psico-sociologico e fisico.
Concepita per il Podium, il Deposito e gli spazi esterni della sede di Milano della Fondazione Prada, la mostra si presenta come un intervento immersivo in cui i visitatori sono liberi di muoversi tra costruzioni che suggeriscono sia azione che contenimento, uno stato attivo di limbo. Echi sonori e visivi della natura e della vita quotidiana si uniscono a distorsioni di spazi familiari come parchi di divertimento, fattorie e fortificazioni, ampliando il contenuto narrativo del film. Il nuovo lavoro di Fitch e Trecartin esplora il desiderio di fuga e la pervasività dei sistemi e delle tecnologie che ci interconnettono. La mostra è completata da una retrospettiva dei film degli artisti proiettati al Cinema della fondazione.
Il progetto è accompagnato da un volume edito da Fondazione Prada che approfondisce l’intensa collaborazione tra Fitch e Trecartin iniziata nel 2000.

21/12/18

Egon Schiele e Jean-Michel Basquiat alla Fondazione Louis Vuitton di Parigi


 

La Fondazione Louis Vuitton di Parigi con una doppia mostra mette in dialogo due spiriti ribelli, l’azione artistica di Egon Schiele anima inquieta viennese e l’estro beffardo di Jean-Michel Basquiat.



Entrambi si esprimono con segni decisi e forti, spesso al limite della “buona forma”, caratterizzandosi in modo forte rispetto al contesto culturale in cui vivevano. Le due mostre sono ben strutturate con una stupenda selezione di opere.




I due artisti bruciano la vita rapidamente, ambedue muoiono trentenni nel fiore di una vita vissuta intensamente.



 Non ci restano che le loro indimenticabili opere.






20/12/18

Arte ora anche in italiano





Fra i tanti canali anche lo storico Arte ora è più italiano.

Da alcuni settimana sono diventati tanti i programmi tradotti nella nostra lingua accessibili così ad un pubblico più vasto.


Tutte le info al sito  https://www.arte.tv/it/

Su ARTE è possibile trovare tutti i generi audiovisivi di carattere culturale

La programmazione si compone al 55% di documentari, 25% di film cinematografici e fiction, 15% di programmi d’informazione e 5% di musica e spettacoli dal vivo. Sono inediti i due terzi dei programmi trasmessi da ARTE.

ARTE negozia i diritti di diffusione dei programmi con lo scopo di offrire agli utenti al di fuori di Francia e Germania un’offerta sempre più ricca. Questa offerta non include il telegiornale quotidiano e i programmi di cinema e fiction. Quando ARTE non detiene i diritti per il video che l’utente desidera visionare, si leggerà il seguente messaggio: “Questo video non è disponibile nel tuo paese”.

ARTE è in 6 lingue e raggiunge il 70% degli europei nella loro lingua materna

Oltre a trasmettere tutti i programmi in francese e tedesco, ARTE propone 400 ore all’anno di magazine, documentari e spettacoli sottotitolati in inglese, spagnolo, polacco e in italiano. Un progetto inedito, co-finanziato dall’Unione Europea al fine di favorire la diffusione multilingue di contenuti audiovisivi di qualità.

19/12/18

Dicembre nelle gallerie di Milano (2)






Stupenda poi la proposta del Pirelli HangarBicocca con la spettacolare proposta dei più interessanti igloo di Mario Merz.








Ampliamento dei locali alla Fondazione Adolfo Pini, in Corso Garibaldi 2, che così ospita nell’appartamento i lavori di Šejla Kamerić mentre la piano terra la lettura intima di Luca Staccioli.

  








Altra bella occasione espositiva, per qualità e allestimento, quella della Fondazione Carriero, in Via Cino del Duca, 4  con una pregiata antologica su  Giulio Paolini .










La galleria Kaufmann Repetto, in via Porta Tenaglia 7, propone le opere gioiose di Bruno Munari.









Poco distante la galleria ChristianStein, corso Monforte 23, presenta il fragile lavoro di Elisabetta Di Maggio.










Presso la Fondazione Sozzani, corso Como10, i fragili scatti di Sarah Moon.








Passeggiando in Galleria Vittorio Emanuele II, potete vedere il video del duo Masbedo "Romans Roman (Hommage à Roman Signer)" sulle lunette del ristorante Carlo Cracco 






Ho poi concluso il giro da Sotheby’s, presso Palazzo Serbelloni, in Corso Venezia 16, che festeggia i cinquanta anni di attività italiana con una piccola ma ricercata selezione di opere che, nel passaggio in asta, sono state vincolate per il loro valore artistico.









Dicembre nelle gallerie di Milano (1)


18/12/18

Quanto è falso?




Che ruolo può avere il "falso" ? su questo interessante e attualissimo tema la galleria Simon Lee di  New York ha ideato la mostra "Fake As More", con il "Front Desk Apparatus, NY"




CS

Simon Lee Gallery New York is pleased to present Fake As More, an exhibition organised by Front Desk Apparatus, NY. The exhibition features historic and contemporary works, each in varying states of repetition, replication, copy and self-copy. The exhibition is not an appropriation exhibition or a presentation of “fakes,” but attends to work that foregrounds repetition as a way of working or practice—where the materialism of the “re-creative process” is most active.

The exhibition’s title is taken from “The Fake as More”, a short essay published in 1973 under the pseudonym “Cheryl Bernstein” for a collection of essays edited by Gregory Battcock. The text describes the first one-man show by Hank Herron, a fictional artist repeating works by Frank Stella. Thomas Crow writes about this at length in 1986:

“In the early 1970s, the extreme involution of late modernist painting and the large philosophical claims that surrounded it were the objects of a sly parody. One of the authors was and remains an important historian of earlier modern art. Consistent, however, with its deadpan self-effacement as satire, the parody was published under the pseudonym of “Cheryl Bernstein” and included, with no indication as to its fraudulent status, in a widely-consulted anthology of writings on conceptual art.’
Work selected for Fake as More follows a similar thread, though different, sometimes contradictory, conclusions can be drawn. Richard Pettibone’s works on view replicate, after Herron, identifiable Stella pieces, though Pettibone, in fact, constructed them according to their reproductions in Artforum, creating several layers of displacement from the original. Sturtevant’s Warhol Licorice Marilyn (2004), continues a series of Warhol’s Marilyn copies the artist began in the 1960’s, utilizing the same source image Warhol used to create the original screenprint.

To elaborate the original premise of the copy, we also turn to artists who have dealt in re-creating their own practices. Giorgio De Chirico’s oil paintings, for example, auto-copy backdated to resemble the artist’s successful Metaphysical period. Likewise, Christopher Wool’s Untitled (2016) revisits a screenprint the artist completed in the 1990’s, painting over the original and updating the signature to read WOOL 2016. Elsewhere, Darren Bader returns to Bernstein’s notion of subversion with Sculpture #3, which transforms a sculpture by John McCracken into a storage/waste receptacle, challenging the supposed sanctity of Minimalist art.