Translate

13/06/17

l’arte, oltre la Biennale, Documenta e Munster



Ecco dopo dieci anni ad incrociare nuovamente i tre eventi più enfatici dell’arte contemporanea.

Come sono cambiati i tempi!

Paiono così lontani i modi euforici e stimolanti degli anni 00, ora tutto pare più stanco, ripetitivo, spesso inutile.

La grande accelerazione del sistema dell’arte contemporaneo pare aver eroso tutte le forme creative, tutto è stato bruciato sul falò del consumo rapido ed immediato, non c’è più stato tempo per pensare, accogliere, digerire, godere.

Per anni fra suggestive feste, location originali, sperimentazioni di ogni tipo, esclusività e continue nuove produzione di opere si è corso verso un ipotetico infinito divertimento che ha attratto decine di potenziali nuovi collezionisti che hanno girato su questa bella giostra, ma ora paiono annoiarsi e dirigere il loro sguardo su altre novità e divertimenti.

La festa pare esaurirsi, giustamente non si può fare arte come si fanno abiti o macchine, questo settore ha bisogno di tranquillità, libertà e poco controllo.


Aver fatto credere che tutto può essere incanalato in una forma produttivo e di largo consumo ha snaturato la vera essenza dell’arte, che non è un oggetto di consumo ma un’emozione vissuta e condivisa.